La cannabis light è legale?
La cannabis light è del tutto legale, anche se forte è stata l’eco mediatica quando il Consiglio Superiore di Sanità ha manifestato la propria contrarietà rispetto all’uso di questa sostanza. Ecco perché vale la pena di fare un po’ di ordine in proposito. Il Consiglio ha sottolineato che non può essere trascurata, nella cosiddetta marijuana leggera, la biodisponibilità di THC, a prescindere dal fatto che esso sia presente in una concentrazione modesta. Questo è ciò che si può desumere dai dati di letteratura, secondo cui non si può escludere la possibilità che in alcuni tessuti, tra i quali il grasso e il cervello, possano penetrare e si possano accumulare sia il THC che altri principi attivi che vengono assunti o inalati tramite le infiorescenze di cannabis.
Ciò avverrebbe a causa delle caratteristiche chimiche, fisiche e farmacocinetiche dei principi attivi in questione, che si depositerebbero in concentrazioni plasmatiche superiori a quelle misurabili. Il problema che è stato messo in evidenza dal Consiglio Superiore di Sanità è che il consumo si verifica in assenza di monitoraggio e senza che sia possibile verificare le quantità assunte e gli effetti psicotropi che ne possono derivare, non solo sul breve periodo ma anche sul lungo termine.
Il Consiglio ha specificato che il rischio al consumo non è stato accertato per condizioni particolari, e cioè in presenza di patologie concomitanti, ma anche in relazione all’età o per le donne in stato di gravidanza. Ci sarebbe bisogno di studi ulteriori, insomma, per capire che cosa può succedere alle donne che allattano o a coloro che assumono altri farmaci se si consuma la cannabis light, che può avere conseguenze sullo stato di attenzione. Per il momento la cannabis light non può e non deve essere considerata pericolosa, ma neppure del tutto sicura e senza effetti collaterali, proprio perché ci sarebbe bisogno di ulteriori conferme in proposito.
Per chiarezza, occorre sapere che la cannabis leggera è il risultato delle infiorescenze femminili della pianta di canapa sativa. Non è una sostanza stupefacente perché il suo contenuto di THC non supera lo 0.6% di concentrazione. Il suo aspetto ricorda in tutto e per tutto quello della marijuana, il che vuol dire che per distinguerle c’è bisogno di un’analisi chimica. Per il momento, la legge non consente di fumare la cannabis light, che invece può essere utilizzata per preparazioni culinarie, dai biscotti alle tisane, dal latte alle torte, dal pane al burro. In alternativa, si può prevedere un consumo con i vaporizzatori, grazie a cui è possibile limitare i rischi che sono correlati alla combustione.
La cannabis light, in base alle linee guida fornite dalla normativa in vigore, non può essere usata a scopo ricreativo. In Svizzera, invece, ciò è possibile, al punto che la marijuana legale viene messa in commercio in pacchetti simili a quelli delle sigarette. Il problema del nostro Paese è che allo stato attuale ci sono ancora vuoti normativi che devono essere riempiti. La legge è stata concepita per gli agricoltori, ma trascura i possibili consumatori e fruitori di una sostanza che, per altro, ha effetti antiepilettici e proprietà miorilassanti.